Per urbex exploration si intende l’esplorazione di luoghi abbandonati e decadenti: è un’abbreviazione di urban exploration e consiste nell’esplorare, anche infiltrandosi, posti abbandonati e sconosciuti ma spesso di grande pregio artistico e culturale.
Un turismo “diverso”
In contrapposizione dunque al “classico” turismo che si fa visitando musei, monumenti, chiese e così via.
L’urbex exploration è un’esplorazione urbana che si fa presso rovine e luoghi che hanno perso le caratteristiche originali.
Questi posti sono anche spesso contrassegnati dal cartello “Vietato l’ingresso” ma in ogni caso vengono “presi d’assalto” da tanti visitatori (gli urbexer) che amano proprio questo tipo di luoghi, avvolti dal mistero e dalla storia.
Luoghi in cui gli urbexer si emozionano e riescono a scattare fotografie, spargendo un passaparola e diffondendo questa passione per esplorare l’inconsueto.
Gli urbexer trovano le mete grazie a Google Maps, ispezionando “dall’alto” i posti in cui recarsi oppure guardano gli annunci immobiliari o scelgono a caso un paese e, parlando con la gente del posto, trovano ispirazione.
Pioniere dell’Urbex
Pioniere dell’Urbex è stato il francese Philibert Aspairt che, nel 1793, fu il primo a esplorare le Catacombe di Parigi.
Da qui, tante altre persone vengono ogni anno attratte dalle rovine e questa sta diventando una vera e propria tendenza: i posti più visitati e ambiti dagli urbexer sono chiese, conventi, borghi fantasma, terme, aree militari, negozi, discoteche, teatri, hotel e così via.
Ci sono comunque dei rischi nello svolgere queste esplorazioni, come:
- possibili crolli
- eventuali agenti tossici presenti nelle aree industriali dismesse
- rischio batteriologico
In definitiva l’urbex exploration nasce per far diffondere una nuova tipologia di turismo e dare importanza a posti che un tempo lo erano ma che oggi sono visti in malo modo perché abbandonati e fatiscenti.
In realtà, la missione è proprio quella di puntare l’attenzione sui luoghi in disfacimento e renderli accessibili al pubblico.
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